by Aldo Marletta
Genova, 20th Feb 09
La mia squalifica è stata ridotta da 2 ad 1 giornata, il che mi rende disponibile per il match col Moranego del 1° marzo prossimo.
Colgo l'occasione per fare il punto, in italiano, su quanto fino ad ora successo in questa stagione di Dunfermline.
Abbiamo iniziato in maniera tragicomica, soldi promessi da sponsors vari, arrivati a singhiozzo e non nella misura sperata, risultati che tardavano ad arrivare e nervosismo latente, in campo, e soprattutto fuori.
"Aldo non è più lo stesso" è stata una delle frasi che più mi hanno dato fastidio inizialmente, perché la trovavo estremamente inappropriata e non vera ma, ripensandoci in prospettiva, probabilmente non era così sbagliata.
Lungi da me cercare di trovare giustificazioni ai miei comportamenti errati, più (incazzatura per le sostituzioni) o meno (urla in campo nella partita di coppa contro il Mojito) recenti, mi sono sempre preso pienamente le mie responsabilità.
Questo anche a costo di risultare impopolare per posizioni troppo rigide, troppo categoriche, troppo impulsive, troppo inflessibili.
Qui bisogna essenzialmente scindere due argomenti uno dall'altro...
Per quanto riguarda l'amicizia, trovo che qualcuno si sia intromesso in un gruppo e, volente o nolente, involontariamente o proditoriamente, abbia compiuto azioni atte a scomporre il gruppo stesso, senza averne titolo, essendo stato introdotto da me medesimo all'interno della favolosa cerchia di goliardìa che si era venuta a creare.
Non ho mai chiesto a nessuno di schierarsi da una parte o dall'altra, col senno di poi posso ora porre un paio di domande:
- chi ha dato di più a questo progetto tra chi l'ha creato e chi ne è stato solo testimone temporaneo?
- chi è sempre (sempre) stato fedele a se stesso senza scendere a compromessi di comodo?
Non mi interessa distruggere una persona già schiaffeggiata dalla vita, mi interessa soltanto avere il diritto di esprimere le mie opinioni, giuste o sbagliate che siano, all'interno della suddetta cerchia di goliardìa. Ho il diritto di avere un gradimento o meno in merito alle persone che di questo gruppo fanno parte, totale o parziale, ho il diritto di non parlare a qualcuno se non ne ho voglia. Senza che per questo mi vengano attribuite azioni assurde e non veritiere (cancellazioni di membri da gruppi di facebook, io odio facebook), o rinfacciate mancanze altrui (non avremo più i filmini, chi se ne fotte). Sono stato abituato a stare a tavola con ogni tipo di persona, amici, nemici, persone stupende e facce di cazzo, non ho alcun problema. Semplicemente, non mi riescono bene i sorrisi di circostanza, almeno al di fuori dell'ambito lavorativo.
Per quanto riguarda il discorso "capitano", stessa storia. Non sta scritto da nessuna parte che lo debba fare io, così come non sta scritto da nessuna parte che io debba giocare ogni singolo minuto di ogni singola partita. Per come la vedo io, però, il capitano è la guida in campo e fuori, e deve essere legittimato dagli altri, fermo restando che ognuno si qualifica per ciò che fa e dice di giorno in giorno, nel calcio così come nella vita.
Ovviamente, il capitano deve anche fungere da "esempio" per gli altri, ragione per la quale mi scuso nuovamente per alcuni miei comportamenti poco in linea con quanto detto.
Tutto ciò ritenuto e premesso, andiamo avanti, punto a capo e vaffanculo, il peggio è passato e possiamo concentrarci sulla continuazione della nostra storia, ricordando che la storia si fa, non si ripete.
Una storia che è fatta da un Buccia allenatore perchè si rompe il crociato, un Buccia che quando torna in campo segna "di tutore" e per la stagione successiva segna sostanzialmente pallonate.
Quel Buccia, quello di "tutti dal Buccia", con Perugia e Cantelli che parlano tra di loro in inglese maccheronico e Drew che storpia i cognomi "Phelippe", "Parmigiani", "Fraznell".
Una storia che è fatta anche di una telefonata tra me e Matte che decidiamo a chi possa assomigliare Dino (e ci fermiamo qui, che è meglio...), e Dino stesso che canta un po' troppo forte in treno, dopo aver impersonato Wallace al Castello di Edimburgo (e noi prodi soldati di Scozia)...
Storia di un Semino che si fa venire a prendere a Spotorno per presenziare alle partite che contano, e dopo "pizzino...".
Una storia fatta da noi, rigoresbagliatosvantaggiosuautogoalpareggioevittoriaallultimosecondo contro il Sampierdarena (qualcuno ve lo mena), vittoria e saluti a Berto e "in serie b............".
Storia di un Dunfermline che va a conoscere IL Dunfermline, con Jim Leishman che ci accoglie e ci regala magliette di dubbio gusto - d'altra parte il budget è quello che è.
Una storia che, spero, si arricchirà di ulteriori aneddoti che possano coinvolgere anche i Crosetti, i Maneschi, i Boccaccio, i Lenza, insomma i nuovi che se avranno la pazienza di sopportarci e supportarci diventeranno i vecchi a loro volta.
Una storia che continuerà ad essere scritta, a cominciare da domani (e anche qui non diciamo niente di più...)
Tornando al campo, la prossima partita potrà forse scrivere anch'essa un pezzettino di narrazione. Ma non carichiamola di troppi significati, secondi o terzi cambia, ma con questa squadra non troppo...
Vi amo carnalmente
AM
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